Presidente Dr. Adolfo Bertani intervistato da Mirko Odepemko - Il Broker.it

Presidente Dr. Adolfo Bertani intervistato da Mirko Odepemko

Siamo orgogliosi di aver incontrato il Dr. Adolfo Bertani Presidente di CINEAS dal 1997 che ci ha potuto evidenziare il grande lavoro fatto durante il terremoto dell’Aquila (potete leggere articolo qui) e la soluzione sia di medio che di lungo termine per il nefasto terremoto che ha colpito Amatrice e dintorni.
Odepemko: visto il grande lavoro fatto con il terremoto dell’Aquila siete pronti per questo tragico terremoto?
Bertani: CINEAS è pronto, però siamo ancora nella fase emergenziale. Nella fase di ricostruzione ci riproponiamo con un modello più innovativo. Possiamo mandare periti specializzati e molto preparati con tablet e, nel giro di pochi mesi, possiamo vedere e quantificare il danno. Periti ancora più preparati che in Abruzzo.
Odepemko: andiamo al sodo, le Compagnie non vedono di buon grado i catastrofali e quando li prevedono hanno dei forti sottolimiti soprattutto per le abitazioni civili e, ovviamente, nelle zone ad alto rischio.
Bertani: È un problema non avere una norma precisa che in alcuni casi è decisamente impopolare (per esempio l’obbligatorietà) perché è vista come una ulteriore tassa che i cittadini subiscono. Ovviamente senza obbligatorietà, per le Compagnie manca la mutualità e quindi il rischio è in auto selezione. Aggiungo, visto che non è un segreto, che Renzi cercò di rendere obbligatoria la copertura. Le Compagnie furono d’accordo. Ma era una manovra impopolare per i motivi di cui sopra. Chiese una semi obbligatorietà. Ma le compagnie non furono d’accordo.
Odepemko: ma come si può migliorare per cercare, con tutti i mezzi, a non avere più queste catastrofi?
Bertani: bisognerebbe applicare la filosofia del risk management che è imparare dall’errore. In questo momento più che imparare dall’errore sembra che si stia “ricercando l’assassino”.


Odepemko: Qual è la vostra proposta?
Bertani: Bisogna prevedere due linee di azione. Da un lato ci deve essere un intervento a lungo termine, che preveda la messa in sicurezza di tutte le abitazioni che per circa il 50% non sono a norma. Secondo uno studio per questo intervento in tutte le zone sismiche bisognerebbe spendere 93 miliardi di euro. E servirebbe anche fare una scheda sismica di ogni abitato, anche per facilitare il mondo assicurativo bisogna sapere se un’abitazioni è antisismica o meno.



Odepemko: la seconda fase invece?
Bertani: Le abitazioni assicurate per calamità naturali sono solo l’1%, ecco perché lo Stato deve intervenire nel 99% dei casi. Siccome la polizza incendio ce l’ha il 40% delle case, si potrebbe pensare di abbinare la garanzia contro le calamità naturali. In questo modo nell’arco di un anno, il 40% delle abitazioni sarebbero assicurate. Secondo i nostri studi quasi tutte assicurate nel nord che notoriamente è anche una zona molto meno a rischio.


Odepemko: supponendo di fare ciò, quali costi avrebbe il cittadino?
Bertani: Secondo uno studio dell’Ania, aggiungere questa voce all’assicurazione, verrebbe un centinaio di euro in più all’anno. Tra gli immobili delle imprese è una copertura più diffusa, per le abitazioni private è molto rara. Si deve fare un’azione culturale e spiegare i vantaggi della copertura assicurativa. È assurdo non tutelare una casa frutto di anni di risparmi e lavoro. In altri Paesi avanzati il 90% delle abitazioni ha la polizza incendio e in Svizzera è obbligatoria.

Odepemko: come ultima domanda le vorremmo chiedere come funziona all’estero?
Bertani: Nel mondo i Paesi a rischio sismico, come ad esempio Giappone e Turchia, hanno regolamentato il comportamento che deve tenere lo Stato. In Italia non c’è nessuna legge a riguardo e lo Stato si accolla tutte le spese dei danni di alluvioni, frane, terremoti, considerati calamità naturali.
Ringraziamo il Dr. Adolfo Bertani per l’intervista rilasciata e speriamo di poter vedere in azione il CINEAS come è stato per il terremoto dell’Aquila visto che il loro intervento è stato prezioso, facendo risparmiare allo Stato italiano oltre 400 milioni di euro.
Mirko Odepemko – redazione il Blog

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