Truffa alle Assicurazioni - Il Broker.it

Truffa alle Assicurazioni

Milano, la truffa delle supercar rubate per frodare le assicurazioni. “In 47 a processo” di FRANCO VANNI
ore 18.48 del 24 dicembre 20140
Chiusa l’inchiesta su una mega frode. Nei guai anche il cognato e il nipote dell’ex presidente della Provincia. Almeno 91 le auto al centro delle indagini. Vittime dell’organizzazione anche le società di leasing.
C’era chi acquistava le auto all’estero, chi produceva documenti falsi per immatricolarle in Italia e chi le assicurava per un valore superiore a quello reale. Chi si occupava di vendere le auto in altri Paesi (dopo avere manomesso il localizzatore Gps) e chi subito ne denunciava il furto (mai avvenuto). Insieme, poi, si spartivano i milioni di euro ricavati dalla vendita e dal rimborso ottenuto illecitamente dalle compagnie assicurative e delle società di leasing. Una banda di 47 persone, specializzata nel traffico di auto di lusso: Lamborghini, Maserati, Bentley e Aston Martin, assicurate per valori che oscillano fra i 105mila e i 355mila euro.
Per tutti, il pubblico ministero Mauro Clerici ha chiesto il rinvio a giudizio: sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, appropriazione indebita, falso, induzione all’altrui errore con l’inganno e simulazione di reato. «Capo, promotore e organizzatore del sodalizio», secondo l’accusa, sarebbe Andrea de Amicis, 42 anni, nipote del presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà (estraneo a ogni accusa). Lo scorso febbraio fu arrestato assieme con altri presunti complici, fra cui suo padre Aldo — che ha sposato la sorella di Podestà — la sua segretari, Anna Rita Greco e l’avvocato Egidio Pastore.
Sarebbero loro la spina dorsale dell’organizzazione che fra il 2008 e il 2011 ha fatto sparire almeno 91 auto, dietro al paravento delle società Cavallino Sport e Nuova Santa Valeria. Ai quattro si aggiungevano gli intermediari e i prestanome pronti a intestarsi le auto, alcuni dei quali medici dell’ospedale Fatebenefratelli, di cui Aldo de Amicis è stato in passato primario di Ortopedia. Professionisti disposti a «figurare quali apparenti acquirenti», sottoscrivendo contratti «con artifici e raggiri consistiti nell’indicare in fattura una serie di optionals inesistenti o allestimenti non veritieri».
La richiesta di rinvio a giudizio sembra il listino prezzi (gonfiati) di un concessionario di supercar. Nell’elenco rientrano una Lamborghini Gallardo del valore dichiarato alla compagnia assicurativa di 224mila euro, una Bentley Continental da 350mila e un’altra da 321mila, una Mercedes GL500 da 105mila e una Aston Martin da 188mila euro. Ancora: una Porsche Panamera assicurata per 275mila euro, un’Audi da 233mila e una Land Rover Sport da 159mila. In alcuni casi le auto erano intestate a società di leasing. Ma con il meccanismo del furto simulato, alcuni degli indagati «se ne appropriavano non restituendole alle società finanziarie e/o non pagando i regolari canoni di locazione». O, più spesso, le cedevano ad altri, in particolare «le cedevano a organizzazioni malavitose estere», come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio.
A essere danneggiati dall’attività della banda, secondo il pubblico ministero, sarebbero «gli enti pubblici quali la Motorizzazione civile, il Pubblico registro automobilistico e l’erario». Ma anche «le società di leasing e le compagnie di assicurazione». In tutto dieci società, comprese alcune banche, fra cui anche gli Lloyd’s di Londra, la cui denuncia nel 2012 ha dato il via all’intera indagine.
Fonte: Corriere.it

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