Come ogni quindici giorni eccomi a fare il punto su quello che mi ha colpito maggiormente e che reputo sia importante per la nostra economia e il nostro amato settore. Sono in una fase della mia vita che cerco – alle volte ricerco – nuovi stimoli per accrescere, amplificare ed estendere la mia passione per questo mondo: il nostro mondo assicurativo.
Mi guardo intorno e cerco di trovare nei piccoli gesti quotidiani, da parte degli operatori del settore, la passione, la ricerca del nuovo e la voglia di mettersi alla prova. Sinceramente, ultimamente, noto una certa insoddisfazione, un lento, ma progressivo, pessimismo – portato dalla economia italiana – al nostro settore che, nonostante tutto è uno dei pochi settori che ha retto molto bene alla crisi e che rappresenta, senza ombra di dubbio, un pilastro della nostra sterile – da troppi anni – economia italiana. Credo che tutto questo ci debba dare la sensazione e la spinta giusta per essere sicuri di quanto le “Assicurazioni” siano importanti e forti per reagire all’impatto e quanto siano fondamentali per dare vita al rilancio dell’economia. Credo anche che le Compagnie e i suoi top manager debbano credere e rilanciare, investendo sulla passione, sui giovani e sulle nuove sfide affidandosi a coloro che hanno raggiunto e superato ogni traguardo che si sono prefissati e scommettendo su di loro.
Dopo la mia consueta introduzione alle notizie che vorrei portare alla vostra attenzione, ecco di cosa parleremo in questo quindicesimo numero dell’anno:
– Credito, altolà alle assicurazioni
– Solvency 2
– Le riserve di Generali ed Axa
– Factoring, leasing o minibond L’alternativa alle banche c’è
Dunque iniziamo:
– Credito, altolà alle assicurazioni: L’Abi chiede che le assicurazioni che vorranno fare credito siano sottoposte alle stesse regole delle banche. Si scalda insomma il confronto tra istituti e compagnie di assicurazione sul tema del credito diretto alle imprese. Una novità rivoluzionaria per l’Italia, contenuta, come noto, nel decreto Competitività, ora all’esame della Commissione Industria del Senato e nuove norme consentono in particolare alle assicurazioni di concedere finanziamenti alle società, sotto qualsiasi forma, come avviene già in Paesi come la Francia o la Germania, escludendo soltanto il retail. Con un vincolo però: il decreto prevede infatti che siano le banche a selezionare le imprese che le compagnie dovranno finanziare, assumendosi una parte del rischio. Insomma in questa nuova attività le banche e le assicurazioni dovrebbero lavorare fianco a fianco. Ma la cooperazione non è certo iniziata nel migliore dei modi. Insomma le banche pretendono che le assicurazioni che decideranno di fare il loro stesso mestiere non abbiano nessun tipo di scorciatoia. La questione dovrà essere affrontata dall’Ivass, chiamata a dare attuazione con un proprio regolamento alla materia. L’istituto di controllo assicurativo guidato da Salvatore Rossi, che da un anno è mezzo opera sotto il coordinamento della Banca d’Italia, dovrà di certo lavorare a stretto contatto con Via Nazionale per evitare discrasie nella regolamentazione. Come al solito non riusciamo a prendere il buono delle leggi di altri Paesi senza cambiarle e renderle peggiori solo perchè si ha paura di fare una scelta netta e si vogliono accontentare tutti i player in gioco. Il coraggio non è mai stata caratteristica di questa classe politica.
– Solvency 2: la direttiva europea per la gestione del rischio nel settore assicurativo che partirà a inizio 2016, rappresenta una «svolta davvero radicale. Dobbiamo attrezzarci tutti, supervisori e compagnie, a gestire la trasformazione, rendendola più spedita, perché siamo in ritardo: non per colpa nostra ma a causa del percorso accidentato del negoziato europeo». A sottolinearlo è stato il presidente dell’Ivass Salvatore Rossi, intervenuto all’assemblea dell’Ania. «Con Solvency 2», ha aggiunto, «i supervisori avranno a disposizione strumenti sicuramente più efficaci di quelli attuali, a maggiore tutela degli assicurati». Molte imprese, soprattutto di dimensioni medio-piccole, devono cambiare parecchio del loro modo di essere e di procedere. Uno degli aspetti più critici è «il funzionamento degli organi amministrativi», ha aggiunto Rossi, assicurando che «Solvency 2 non dovrebbe richiedere, in media, una ricapitalizzazione del sistema delle imprese assicuratrici europee». Ma occorre che le imprese sfruttino quest’anno e mezzo di transizione, ha aggiunto, per adattare le loro strategie di business al nuovo assetto regolamentare. Dunque, per il presidente dell’Ivass, «c’è molto da fare non solo per le imprese, ma anche per chi ha responsabilità di vigilanza». Credo positivo questo intervento di Rossi che cerca di incentrare l’attenzione su una normativa molto complicata, a detta degli esperti, ma che potrebbe essere sfidante e portare a cambiamenti positivi nelle Compagnie medesime. Non vi nego che sto leggendo molto sulla materia e presto credo di essere pronto per scrivere un corposo articolo sull’argomento.
– Le riserve di Generali ed Axa investiti sui mini bond: Fa il tutto esaurito il bond da 100 milioni del gruppo K-Flex, azienda italiana specializzata nella produzione di isolanti elastomerici per uso termico ed acustico. E, per la prima volta nel caso di collocamenti di obbligazioni sull’ExtraMot Pro di Borsa Italiana da parte di piccole e medie imprese italiane, sono scesi in campo tra i sottoscrittori alcuni colossi del risparmio gestito: cioè l’americana Blackrock e l’inglese Schroders, ma anche gruppi assicuraitivi come Allianz, Axa e Generali che, tra le opzioni, hanno poi anche la possibilità di collocare queste attività in bilancio nelle riserve tecniche. È la prova che il mercato dei bond high-yield domestici emessi da corporate private comincia a fare proseliti anche tra investitori professionali di livello più elevato, fino a ieri poco abituati a investire su operazioni di piccola taglia, ma ora interessati anche a questa fascia di mercato. Del resto, il bond da 100 milioni (con rating B+ per Fitch) di K-Flex, collocato da Equita Sim, ha avuto tra i suoi sottoscrittori oltre 40 investitori, con domanda non soltanto domestica ma anche internazionale, da parte di quei gruppi del risparmio americani che stanno facendo incetta di titoli azionari e obbligazionari in Italia. K-Flex, che fa capo alla famiglia Spinelli, è una società con quartier generale in provincia di Milano, ma attività diversificata nel mondo: ha chiuso l’esercizio 2013 con un utile netto di 12,2 milioni di euro (+24%) a fronte di un giro d’affari di quasi 271 milioni (+10%).
– Factoring, leasing o minibond L’alternativa alle banche c’è: I primi, timidi segnali di ripresa dell’economia non sono stati fin qui accompagnati da un’inversione del trend nell’erogazione del credito. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Banca d’Italia sui prestiti delle banche, ad aprile l’ammontare è risultato in calo del 3,1% su base annua, per quanto in lieve decelerazione dal -3,3% registrato a marzo. Non solo: come rilevato da Confartigianato, il credito per gli imprenditori italiani è il più salato d’Europa, con tassi di interesse sui nuovi finanziamenti pari al 3,45%, superiori di 72 punti base in confronto alla media del 2,73% registrata nell’Unione europea. Tra minibond, ingresso nel capitale di investitori finanziari, quotazione e factoring, le opportunità non mancano: la sfida principale sta nell’individuare lo strumento più adatto alle proprie necessità, in modo da evitare scelte avventate che possono poi pesare sulla sostenibilità del business.
Vi auguro un splendido Week End
Mirko Odepemko
0 Comments
Leave A Comment