Il 2013 fotografa una Generali Italia con premi per 19,6 miliardi di euro, un risultato operativo nel vita di 1 miliardo e di 591 milioni nel danni (+37,1%), 10 milioni di clienti e una quota di mercato del 15,4%. Al 2016 la compagnia avrà 3000 punti vendita sul territorio, un unico brand e un’offerta di prodotti decisamente razionalizzata: «scenderanno da 270 a 70». A ciò si accompagnerà la riqualificazione di oltre mille persone. «Stiamo andando molto veloci nonostante la complessità dell’integrazione», ha sottolineato Donnet, al momento il roll out sulle 1.500 agenzie per la completa integrazione è del 15%, precisando che la società «deve comunque continuare a correre». Lo impone il nuovo contesto competitivo, che registra la nascita di UnipolSai e il rafforzamento di Allianz. In quest’ottica, è certamente cruciale il piano di riorganizzazione per il quale sono stati stanziati 300 milioni di investimenti. Tra questi anche i denari che verranno veicolati sulla compagna “di lancio” di Generali Italia (#vediamopositivo) partita in questi giorni. Fondamentale sarà anche l’attenzione che verrà posta al tema dell’innovazione: «Generali Italia è un progetto in cui l’innovazione é embedded. Non é che aspettiamo la fine del progetto per innovare. Non abbiamo unito vecchi sistemi per farne uno solo vecchio», ha sottolineato Donnet. Il 2014 parte con il co-branding per le reti Ina Assitalia, Toro, Lloyd Italico e Augusta, ma entro i prossimi due anni il solo marchio sarà Generali. In questo arco temporale si lavorerà anche per definire una convergenza dei mandati degli agenti, senza però arrivare al mandato unico. «Dovremmo costruire una visione più omogenea, ma non ci sarà un mandato unico», ha chiosato Donnet.
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