In un momento in cui l’Italia ha pochi primati (positivi) ne emerge uno che fa riflettere seppur non del tutto inatteso, siamo i leader mondiali per adozione della scatola nera.
A fine 2013 infatti le auto dotate di black box erano più di due milioni in crescita del 66% rispetto agli 1,2 milioni di fine 2012.
Un primato che posiziona l’Italia sopra la tutti i paesi europei e gli Usa. Basti pensare che in Inghilterra sono l’1% e l1,5% negli USA.
A fare il punto della situazione Vittorio Verdone, direttore centrale auto di ANIA: ”E’ uno strumento che viene impiegato da molti anni da parte del mercato assicurativo, che ha avuto una evoluzione con una velocizzazione negli ultimi anni con una prevalenza di montaggi nel sud Italia, quasi il 50% nelle zone più a rischio“.
Gli oltre 2 milioni di veicoli con scatola nera rappresentano un modesto 6% del parco circolante ma con ulteriori previsioni di crescita tra il 10% e il 15% del parco veicoli assicurati entro il 2017.
Questi alcuni aspetti che emergono dal dossier ANIA presentato oggi a Roma.
Dario Focarelli, Direttore Generale di ANIA ha dichiarato, “L’utilizzo di strumenti antifrode come la scatola nera può consentire di ridurre i premi nelle zone in cui si paga molto riducendo la forbice tra gli automobilisti virtuosi del Nord e quelli del Sud”. ANIA però non fornisce alcuna stima sulla potenziale riduzione dei prezzi, affermando che l’offerta delle compagnie assicurative è eccessivamente variegata.
Un recente studio di Viasat parla di sconti che si sono statisticamente assestati tra il 7 e il 10%.
Si è parlato naturalmente anche di Destinazione Italia,e della possibilità di ottenere uno sconto del 7% per chi acconsente all’installazione della black box. Critica la posizione di Vittorio Verdone, Direttore centrale di Ania: “Non si può definire un risparmio della stessa entità per tutti. Come minimo la scatola nera costa 70 euro tra installazione e spese di collegamento con le centrali che seguono il veicolo“. Verdone ha naturalmente ricordato che i costi sono a carico delle compagnie, e che quindi “Quando le compagnie dicono che possono sostenere delle riduzioni di premio di una certa entità in alcune zone lo fanno perché in quelle zone i premi sono più alti a causa di alcuni fattori, la scatola nera agisce su molti di questi fattori di fraudolenza e quindi è utile. A quel punto si potrà fare uno sconto, che però deve tenere conto del fatto che è la compagnia che deve affrontare i costi“.
Interessante “novità” il fatto che si parli forse per la prima volta seriamente di analisi del rischio/ scatola nera. Sull’argomento Verdone ha affermato: “Registra i dati sulle percorrenze in termini di chilometraggio, tipologia delle strade e orari, raccogliendo anche informazioni sullo stile di guida degli automobilisti. Non ci sono problemi per la privacy, perché le registrazioni vengono trasmesse alle assicurazioni in forma aggregata, con l’attribuzione di punteggi medi, in modo che le imprese possano tarare meglio l’offerta sulla base dell’indice di rischio dell’assicurato”.
Parrebbe quindi emergere, più che in passato, uno spiraglio di tariffazione in base agli stili di guida.
Voglio però sottolineare che gli “stili di guida” non sono le “abitudini di guida” intese come percorrenze, orari, etc – elemento certo utile ma poco legato alla qualità della guida del singolo conducente – ma bensì quei parametri registrabili dalla scatola nera ed elaborabili matematicamente che ci forniscono informazioni circa velocità, rispetto dei limiti, aggressività e capacità di reazione agli “stimoli” provenienti dalla strada.
Insomma i Decreti Attuativi non ci sono e quindi ANIA cerca ancora una volta di “tenere il pallino” pubblicando un utile ed interessante dossier di ben 48 pagine sull’argomento.
Mi riservo di leggerlo con attenzione e raccomando a tutti di fare altrettanto.
LO POTETE SCARICARE QUI
Massimo Rosa
0 Comments
Leave A Comment