Da Il Sole 24 Ore di mercoledì 1 gennaio
Un passo formale che arriva dopo il giudizio di equivalenze da parte di Consob e che proietta la nuova compagnia sul listino di piazza Affari per il debutto fissato il 6 gennaio. In vista dell’appuntamento il titolo gruppo bolognese, che è in rialzo del 187% da inizio anno, ha oscillato durante la seduta di ieri fra acquisti (+2,44%) e vendite (-1,34%) chiudendo le contrattazioni invariato. Prese di beneficio, invece, su Milano assicurazioni (-3,88%) e Fonsai (-4,24%) e forte rialzo per la holding Premafin (+11,7%). Questo dopo che tutta la galassia della prima compagnia italiana nel ramo danni ha segnato un forte balzo venerdì scorso beneficiando dell’ultimo via libera alla fusione arrivato da Consob e dall’offerta della belga Ageas per gli asset della Milano, messi in vendita su indicazione dell’Antitrust. Proprio l’attesa per la maxi-aggregazione negli ultimi mesi ha spinto il titolo Fonsai, che si appresta a chiudere l’anno con una delle migliori performance sul Ftse Mib: da inizio anno le azioni segnano +149,7%.
Si chiude così il lungo percorso che ha portato all’integrazione tra Unipol e il gruppo Fondiaria Sai e che vedrà due gruppi quotati in Borsa: UnipolSai, appunto, e la holding Unipol gruppo finanziario. L’atto di fusione sarà depositato entro i primi giorni di gennaio presso il registro delle imprese spianando così la strada al debutto a piazza Affari. Un esordio che peraltro avverrà dopo che si è chiuso, come riportato dal Sole24ore dello scorso 29 dicembre, il caso strutturati. Il tema strutturati, soprattutto relativamente al portafoglio in capo a Unipol, è un aspetto che è stato esaminato attentamente sia da Ivass che da Consob. Ivass, contestualmente al via libera alla fusione, ha chiesto che venissero rafforzate le procedure di controllo sul valore dei titoli mentre Consob ha avviato un’analisi approfondita sulla questione. Analisi, quella dei commissari di Giuseppe Vegas, che si è conclusa positivamente. In sostanza, la Commissione avrebbe rilevato che questi sono prodotti di cui è necessario evidenziare la specificità e i rischi connessi ma al contempo avrebbe stabilito che non vi sono gli estremi per contestare la voce in bilancio. In altre parole, la Commissione ha raccomandato una completa rappresentazione della natura del prodotto.
Eliminata questa incognita, per il nuovo colosso assicurativo resta ancora un nodo da sciogliere: le dismissioni imposte dall’Antitrust. Molto è stato fatto finora, UnipolSai è uscita dal capitale di Mediobanca, da Pirelli e ha detto addio al patto Rcs. Inoltre Equita ha un preciso mandato per ridimensionare l’esposizione in subordinati verso Piazzetta Cuccia. Tuttavia, all’appello manca la vendita del portafoglio premi da 1,7 miliardi imposta dall’Antitrust.
Unipol ha ricevuto il 19 dicembre scorso una proposta da Ageas. In più occasioni l’amministratore delegato del gruppo di Bologna, Carlo Cimbri, ha sottolineato di voler vendere gli asset «a un valore congruo». Ed è proprio sulla congruità di questa proposta che si confronteranno i vertici aziendali nelle prossime settimane. Appare tuttavia assai improbabile che l’iter possa concludersi in tempi stretti. Sembrerebbe che Ageas intenda acquistare l’intero portafoglio premi ponendo paletti eccessivamente stringenti. A questo punto, toccherà a Unipol valutare la proposta ma se dovesse rispedire al mittente l’offerta, cosa che allo stato non si può escludere, non verrebbe rispettato il termine del 31 dicembre per la vendita degli asset Milano imposto dall’Antitrust. E ciò potrebbe far scattare un nuovo serrato confronto con l’Autorità. Secondo quanto si apprende l’Autorità sarebbe costantemente informata degli sviluppi del dossier.
Infine, il 19 dicembre è stato firmato anche l’accordo con i sindacati sulla fusione. Nell’ultimo incontro con gli analisti Cimbri aveva detto che il gruppo intendeva spesare quest’anno già 200 milioni di euro in costi di integrazione (dei circa 300 previsti a piano sul periodo 2013-2015), di cui 150 di costi del personale che erano connessi alla chiusura con successo della trattativa, che in effetti è arrivata poco prima di Natale.
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