IVASS punta il dito sulle CPI per inadeguatezza dei contratti offerti - Il Broker.it

IVASS punta il dito sulle CPI per inadeguatezza dei contratti offerti

Newspaper-Headline1Già in Gran Bretagna era scoppiato, più di un anno fa, un vero e proprio scandalo sulla vendita irregolare dei CPI (Credit Protection Insurance) da parte di grandi compagnie finanziarie.

Colossi quali Lloyds Banking e Barclays hanno accantonato ingenti somme per compensare i tanti clienti ai quali, secondo le autorità, sarebbero state vendute CPI complesse e irregolari.
Ora – a notizia è di stamani – anche IVASS  punta il dito sulle CPI, polizze assicurative nate nel mondo anglossassone e poi diffuse in Italia a tutela di Mutui e prestiti.
In una nota IVASS ha richiamato le compagnie che collocano polizze di protezione del credito “al rispetto dei doveri di correttezza, buona fede e trasparenza nei confronti degli assicurati/consumatori“.

Questo perché “l’attività ispettiva effettuata dall’Istituto ha messo in luce prassi diffuse di collocamento delle coperture assicurative abbinate a mutui, prestiti e finanziamenti non accompagnato da valutazioni dell’adeguatezza del contratto offerto“, spiega IVASS.
Le CPI sono assicurazioni a copertura di prestiti e mutui. Chi ottiene un prestito può decidere – o ben più spesso si vede imporre – la sottoscrizione di una polizza normalmente onerosa a tutela del finanziamento in caso di morte, incidente o perdita del lavoro. Sappiamo peraltro benissimo che la contrazione del credito ha di molto ridimensionato questo mercato portando i suoi protagonisti a lanciare nuovi e differenti strumenti di protezione della capacità di spesa delle famiglie.
Le CPI sono spesso state fortemente criticate perché costose, anche perché le offrono applicano normalmente ampi margini provvisionali e di guadagno.

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