Barometro dei Rischi ACE Group: emergono nuovi rischi ma i Top Manager EMEA non lo sanno! - Il Broker.it

Barometro dei Rischi ACE Group: emergono nuovi rischi ma i Top Manager EMEA non lo sanno!

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ACE Group – 25 anni di storia, 17.000 professionisti, 400 uffici in 54 Paesi che diventano 170 con le compagnie partner, 22 miliardi di Dollari di portafoglio e 30 di capitalizzazione – ha divulgato oggi ha reso disponibili oggi i risultati della ricerca “Barometro dei rischi emergenti” frutto di un sondaggio che ha coinvolto 650 Dirigenti Senior con responsabilità sul Risk Management e operanti in 15 diversi Paesi dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa settentrionale).
Secondo Andrew Kendrick, Presidente, ACE European Group, i team manageriali hanno difficoltà ad affrontare una serie di rischi nuovi ed emergenti che mettono seriamente a repentaglio le loro attività. Circa le cause il top manager ha dichiarato: “La nostra ricerca suggerisce che i rischi emergenti non sono ancora entrati a far parte delle discussioni più ampie sulla gestione dei rischi all’interno dei consigli di amministrazione. Il 57% degli intervistati parla della mancanza di attenzione come scoglio principale, che a sua volta porta al secondo e terzo problema: la mancanza di risorse umane e di strumenti e processi di gestione del rischio”.
RISULTATI EMEA
Il 45% delle società considerano la dipendenza dalla catena di approvvigionamento (supply chain) e dalle infrastrutture come principale rischio emergente. Seguono la responsabilità ambientale (42%), il rischio informatico (40%) e la responsabilità D&O (40%). Questi i rischi emergenti che probabilmente registreranno il maggiore impatto finanziario sulla propria società nel corso dei prossimi due anni.
Supply chain e infrastrutture
Le sofisticate supply chain transnazionali sono riuscite ad abbattere i costi di molte società, ma le aziende stanno pagando una contropartita in termini di scarsa di visibilità delle aree di esposizione ai rischi. Ad aggravare questi problemi, molte aziende si trovano ad operare con infrastrutture civili poco affidabili, forniture di energia a rischio e altri punti focali che le espongono a rischi finanziari gravi in caso di interruzioni delle attività.
Rischio ambientale
In virtù di normative ambientali sempre più stringenti e di preoccupazioni crescenti della collettività le aziende vengono sempre più responsabilizzate circa il loro rischio ambientale. Il 42% di citazioni indica, tra l’altro, una maggiore consapevolezza che si tratti di un problema per tutti i settori, non solo per quelli tradizionalmente “inquinanti”. Peraltro quasi i tre quarti (73%) delle aziende dichiara che i propri stakeholder considerano con sempre maggiore serietà il rischio ambientale.
Rischio informatico
Negli ultimi anni il rischio informatico è diventato virtualmente impossibile da evitare, dal momento che le aziende sono sempre più dipendenti dall’Information Technology. Oltre un terzo delle aziende cita i virus (49%), l’hackeraggio (38%) e il furto di dati da parte di terzi (37%) come alcune tra le maggiori preoccupazioni. Da non trascurare il fatto che il 63% delle società ritiene che comportamenti criminosi o errori dei dipendenti possano spesso rappresentare una minaccia perfino maggiore a quella esterna.
D&O- Responsabilità di Dirigenti e Funzionari
Sebbene non sia un rischio nuovo e sconosciuto, il rischio di responsabilità di dirigenti e funzionari (D&O) registra una costante evoluzione a fronte delle crisi finanziaria, delle modifiche normative e della crescente globalizzazione. È significativo che gli intervistati abbiano evidenziato gli errori di reportistica come loro preoccupazione principale, seguita dalle preoccupazioni in materia di esposizione a corruzione e frode.
ACE RISCHI
RISULTATI ITALIA
Analizzando i dati Italia veicolati (ma non commentati nel dettaglio da ACE Group) si notano alcune significative differenze rispetto al dato medio EMEA.
La differenza più macroscopica è quella relativa al Rischio Esportazioni che viene valutato tra i più rilevanti nel 46% dei casi contro il 34% del dato EMEA.
Viceversa il Rischio Informatico sembra essere sottovalutato rispetto agli altri Paesi ponendosi al 28% contro il 40% medio. Su tale sensibile divergenza potrebbero impattare, a parere di chi scrive, sia una posizione di relativa arretratezza informatica sia una scarsa consapevolezza del problema data anche dalla minore esposizione globale delle aziende italiane rispetto alle multinazionali di altri Paesi.
Anche il Rischio Terrorismo/ Violenza politica al 20% viene percepito come più limitato rispetto al 28% medio. Anche in questo caso possiamo azzardare una minor percezione del rischio legata in parte a minor centralità del Paese rispetto ad altri e minor esposizione internazionale.
Più limitate le differenze su Rischio Supply Chain/ Infrastrutture (48% Italia vs. 45% medio), Rischio Ambientale (48( Italia vs. 42% medio) e Rischio Viaggi d’affari (38% vs. 33%). Differenze queste che reputiamo imputabili a caratteristiche intrinseche del sistema infrastrutturale del Paese, della cultura ambientale italiana non sviluppatissima specie in certe aree del Paese e di una minor propensione al “viaggiare” dei manager italiani.
Assolutamente in media invece la percezione del rischio D&O al 40%.
POTETE SCARICARE QUI IL REPORT COMPLETO DELLA RICERCA

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