Operazione “Phantom Crash”: quando la truffa si industrializza! - Il Broker.it

Operazione “Phantom Crash”: quando la truffa si industrializza!

Schermata 2013-11-28 a 14.59.03Ecco l’ennesima truffa ai danni delle assicurazioni. Peculiare, in questo caso, il livello di sofisticazione dell’organizzazione che copriva interamente la “filiera della truffa” industrializzata con una pista dedicata agli incidenti, un magazzino di parti danneggiate e la connivenza di avvocati e periti.
Ma d’altra parte le dinamiche sono note e le modalità per attuarle fantasiose.
Eppure nella stragrande maggioranza dei casi basterebbe localizzare il veicolo (siamo sempre stati e rimaniamo favorevoli all’obbligatorietà della scatola nera) e prevedere ispezioni in loco (ad esempio attraverso il servizio offerto da Sicurezza & Ambiente che include in caso di sinistro le fotografie – quasi in tempo reale – del teatro e dei danni visibili). 
Siamo fermamente convinti che, soppratutto nelle zone del Paese a più alto rischio di truffa, un sistema che integri le due soluzioni affiancandole a franchigie importanti in caso di manomissione della scatola nera o mancata chiamata del personale addetto alle rilevazioni potrebbe consentire ai cittadini onesti (e quindi disponibili ad accettare i controlli) sconti significativi nonostante il costo di apparecchiature e servizi.
Auto noleggiate apposta per simulare incidenti stradali e ottenere così risarcimenti assicurativi: è uno dei risvolti della truffa scoperta a Palermo dalla polizia nell’indagine “Phantom crash” che ha consentito di individuare un’organizzazione di cui facevano parte anche avvocati e periti infortunistici.
L’organizzazione criminale disponeva, nella zona di Paternico, di una “pista di collisione” di circa 50 metri di lunghezza per 5 di larghezza dove le vetture potevano scontrarsi tra loro in modo da subire i danni per i quali poi si chiedeva l’indennizzo, di un deposito di parti di carrozzerie già danneggiate, di auto di diverso tipo quali portiere, cofani, paraurti ed altro materiale, da adoperare volta per volta nella costruzione dei finti sinistri.
Vittime diverse compagnie, quali  Hdi, Fondiaria Sai, Allianz, Vittoria, Liguria, Ugf, Generali, Cattolica, Chartis insurance, Sara e Direct line.
I mezzi coinvolti, in molte occasioni, risultavano gli stessi anche se le targhe venivano sostituite a seguito di denunce di deterioramento o di smarrimento, e si procedeva, dunque, alla reimmatricolazione dei veicoli. In altri casi, le targhe dei mezzi coinvolti nei falsi incidenti venivano alterate.
Le indagini, condotte con metodi tradizionali quali appostamenti, pedinamenti, scatti fotografici e riprese video e supportate da intercettazioni telefoniche, hanno permesso di registrare i meccanismi di una truffa messa segno in modo sistematico, da una organizzazione ben rodata e settorializzata nei ruoli.
A farne parte, con compiti distinti, anche una serie di professionisti tra avvocati, periti assicurativi ed impiegati postali. Anche per loro sono scattare le ordinanze cautelari.

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