Corriere della Sera del 25 Ottobre 2013
Anche una figura chiave come l’attuario, cioè il controllore delle riserve sinistri della Fondiaria-Sai, Fulvio Gismondi, è indagato dalla Procura di Torino per concorso in falso in bilancio aggravato, manipolazione del mercato e falsità ideologica in certificati nell’inchiesta sui conti 2010 del gruppo assicurativo, per un presunto «buco» da 538 milioni, che ha portato agli arresti (in carcere o domiciliari) Salvatore, Jonella e Giulia Ligresti (Paolo invece è all’estero) e gli ex manager Antonio Talarico, Fausto Marchionni ed Emanuele Erbetta. Ieri la Guardia di Finanza di Torino ha perquisito uffici e casa del professionista, la cui attestazione della congruità delle riserve tecniche è un elemento fondamentale per la redazione del bilancio. Oggi Gismondi, dal 2004 incaricato dalla società dei Ligresti, dovrebbe essere interrogato dagli inquirenti. Salgono così a 19 le persone fisiche indagate — compresa Giulia, che ha già patteggiato 2 anni e 8 mesi — e le società Fonsai e Milano Assicurazioni, per un totale di 21 coinvolti nell’inchiesta. Per buona parte di questi soggetti, come i Ligresti, i manager, gli ex sindaci di Fonsai, i revisori di Ernst & Young e la stessa compagnia, le indagini sono già concluse, con gli arrestati a giudizio immediato il 4 dicembre. Restano ancora aperte per Gismondi, per alcuni membri del consiglio della Milano e per la compagnia (legge 231), per l’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini e l’ex consigliere di Fonsai Vincenzo La Russa.
L’aspetto finanziario della vicenda Fonsai registrerà una svolta definitiva tra oggi, sabato e lunedì a San Lazzaro (Bologna), alle assemblee straordinarie per le fusioni tra Fonsai, Milano, Premafin e Unipol Assicurazioni, anche se sono attese critiche da parte dei piccoli azionisti di risparmio, all’assise di lunedì, sui concambi che porteranno alla nascita di un’unica entità, la UnipolSai. Il perito incaricato, Gualtieri & Associati, ha comunque confermato che le stime che nel 2012 hanno portato ai concambi, fortemente diluitivi per i soci di minoranza di Fonsai e Premafin, sono ancora validi. Nell’autorizzare la fusione a quattro, la nuova autorità garante delle assicurazioni, l’Ivass, tra le misure correttive ha invitato la compagnia guidata da Carlo Cimbri a «cogliere tempestivamente le eventuali opportunità di mercato al fine di semplificare ed alleggerire il comparto dei titoli strutturati» di UnipolSai, pari a 6,5 miliardi di euro allo scorso 30 giugno, in gran parte (5,2 miliardi) portati in dote dal gruppo bolognese.
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