Introduzione di Mirko Odepemko
Le sfide che dovrà affrontare Philippe Donnet sono molte e sicuramente importanti per il comparto assicurativo italiano e, se mi è consentito, per tutti noi Italiani. Il volume di premi, le società in gioco – 10 – che devono, entro il 2015, diventare tre Generali, Alleanza e Genertel.
Altro impegnativo scoglio è sicuramente l’integrazione dei sistemi informatici delle diverse Compagnie (notevoli investimenti) e, soprattutto, il dare voce al desiderio di Mario Greco, di fare cross selling; un esempio su tutti gli agenti generali alleanza inizieranno a vendere polizze auto attraverso piattaforma Genertel.
Tanta carne sul fuoco! Vedremo nei prossimi mesi come saranno affrontare le sfide.
Da “Milano Finanza”.
L’ incontro con la prima linea di Generali è già stato fissato per settembre, appena saranno rientrati tutti dalla pausa estiva. Sarà solo un primo contatto per Philippe Donnet, perché il passaggio effettivo di consegne da parte di Raffaele Agrusti, con la sua nomina ad amministratore delegato di Generali Italia avverrà, come previsto, solo dal primo ottobre.
Ma già nelle prossime settimane Donnet potrà comincerà a capire quali sono le sfide che lo attendono in questa sua nuova avventura italiana. Un mercato, quello italiano, che il manager francese conosce già, anche se è certamente cambiato rispetto al 2000, quando Donnet fu a capo di AxaAssicurazioni, la partecipata italiana di Axa. Anche allora si occupò di un’operazione di integrazione di quattro società rilevate nella penisola dalla compagnia francese, ovvero Abbeille e Uap e le loro controllate, Centurion e Allsecures.
Questa volta la sfida è senza dubbio più impegnativa.
Non solo perché la società che il group ceo di Generali, Mario Greco, ha scelto di affidare a Donnet è la prima compagnia assicurativa italiana per volumi di premi, con una raccolta che supera i 20 miliardi, una rete di 3 mila agenti e oltre 10 milioni di clienti. Ma anche perché i marchi e le società da risistemare sono ben dieci, e alla fine della riorganizzazione, nel 2015, ne resteranno solo tre, ovvero Generali, Alleanza e Genertel. Un mercato, quello italiano, che nonostante la crescita del gruppo assicurativo in altri Paesi, dalla Germania alla Francia, resta ancora il motore principale di Generali. In termini di raccolta Vita dall’Italia, nel primo semestre di quest’anno, è arrivato poco meno del 30%, ovvero 6,3 miliardi rispetto ai 23 miliardi totali, ma l’importanza aumenta se si prende in considerazione il risultato operativo del ramo. In questo caso il peso dell’Italia nel Vita sale al 45%. Come dire, nei primi sei mesi dell’anno, l’Italia è stata una dei paesi più produttivi per il gruppo Generali e il comparto Danni non è stato da meno, grazie a un recupero record del combined ratio (indice che misura il rapporto tra sinistri e premi), che a giugno dell’anno scorso era il peggiore d’Europa, con un indice che si attestava al 99,7%. Ma nell’ultima semestrale era sceso al 90,8%, il migliore in assoluto a dispetto del 97% della Francia e del 96% della Germania, grazie anche al venir meno dell’effetto sisma in Emilia che aveva pesato sul combined 2012 per 5,7 punti, ma non solo per quello. Insomma, la macchina che Donnet si appresta a guidare è già stata rimessa in carreggiata, e ora la sfida si concentrerà sulle operazioni di integrazione. Anche l’andamento dell’Ina Assitalia, la compagnia capitolina che ha chiuso il 2012 con un rosso di 43 milioni dopo la perdita di 153 milioni nel 2011, ha avuto una svolta. La semestrale 2013 della società, che dal 1° luglio non esiste più perché al suo interno sono confluite tutte le attività italiane di Generali, per dare vita proprio a Generali Italia, si è chiusa infatti in utile per 112 milioni, di cui 80 milioni arrivati dal Vita e 32 milioni dal Danni.
A questo punto dovrà però partire la fase due della riorganizzazione. Entro l’anno bisognerà incorporare nella nuova società anche i marchi Toro, Lloyd Italico e Augusta, con gli agenti della compagnia di Torino da mesi sul piedi di guerra, timorosi di vedere snaturato il loro modello. A metà settembre il Gaat, il sindacato che rappresenta parte degli agenti Toro, riunirà il suo congresso biennale e i manager diGenerali Italia vi prenderanno parte. Un appuntamento importante per capire se il dialogo con gli agenti potrà essere riaperto per portare a termine l’integrazione in un clima più disteso.
Oltre a questo c’è poi da monitorare attentamente l’integrazione dei sistemi informatici delle società, destinata ad assorbire una fetta significative dei 300 milioni di investimenti che Greco è pronto a stanziare per il progetto Italia nel triennio. Ad essere utilizzato sarà il sistema degli agenti Generali, che sarà allargato per accogliere i colleghi dell’Ina Assitalia e della Toro, e già in pochi mesi tutto dovrà funzionare alla perfezione, per evitare costosi imprevisti. Mentre intanto qualcosa che si muove anche in Alleanza. Nonostante si sia deciso di separarla di nuova da Toro, Greco non sembra voler abbandonare i piani di cross selling che erano stati la motivazione principale dell’integrazione tra le due compagnie nel 2009: Alleanza, specializzata nel Vita, avrebbe dovuto iniziare a vendere polizze Danni e gli agenti Toro avrebbero dovuto aumentare la penetrazione nel Vita. Finora si è fatto poco ma con il nuovo anno gli agenti Alleanza dovrebbero iniziare a collocare polizze Rc auto, grazie alla piattaforma informatica di Genertel.
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