«L’adesione sia obbligatoria»
«Va trovato un modo per indirizzare le persone verso forme di previdenza complementare. L’adesione va resa obbligatoria, attraverso i contratti collettivi, con la possibilità per il lavoratore di un diritto di revoca». Sergio Corbello è presidente di Assoprevidenza, associazione per l’assistenza e la previdenza complementare, e in Italia è uno dei maggiori esperti di fondi pensione.
Secondo il sondaggio di Plus24-Ipr Marketing, il 30% degli italiani non ci pensa proprio al momento in cui andrà in pensione. Come valuta queste percentuali?
Sono numeri che preoccupano, ma non stupiscono. Proprio perché la previdenza complementare da noi si basa sulla mera volontarietà. Le forme pensionistiche collettive stentano. L’adesione volontaria non funziona.
Quindi?
Prendiamo esempio paesi come la Gran Bretagna dove queste forme di previdenza sono più mature. Lì, nonostante il 50% circa dei lavoratori abbia aderito a strumenti di pensione complementare, stanno pensando a una sorta di obbligatorietà.
Come dovrebbe funzionare in Italia?
I contratti collettivi dovrebbero stabilire il contributo del datore di lavoro e quello minimo del lavoratore oltre al versamento del Tfr. Inoltre si verrebbe iscritti automaticamente al fondo.
E poi?
Il fondo pensione avverte dell’avvenuta iscrizione. Ma a questo punto, il lavoratore avrebbe 60-90 giorni per chiedere la revoca. Oggi avviene esattamente il contrario.
Il sistema dei fondi pensione ha però qualche responsabilità. Ce ne sono troppi e proliferano i consigli d’amministrazione. Mentre le strutture tecnico-finanziarie in alcuni casi sono inesistenti. Che ne pensa?
Sono assolutamente d’accordo con l’analisi. Ci vogliono meno fondi e più grandi. Dimensioni ed economie di scala sono fondamentali. Non è possibile che ciascuna categoria abbia un proprio fondo. Inoltre ci voglio piccoli consigli d’amministrazione e fortemente qualificati oltre che una struttura tecnica all’altezza.
Manca però l’alfabetizzazione previdenziale, come dimostrano appunto le risposte al sondaggio (si veda la pagina a fianco, ndr). Non crede?
Certo è mancata una campagna informativa sul tema. C’è bisogno, più in generale, di una maggiore informazione sulla previdenza di base.
D’accordo con lei. L’Inps da anni promette la busta arancione per rendere consapevoli gli italiani su quanto prenderanno di pensione. Ad oggi però il nulla. Che ne pensa?
Più che di busta parlerei ormai di casella elettronica. Comunque credo che ormai l’Inps, e le casse previdenziali, siano ormai pronte per un’iniziativa del genere.
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