Dopo la pubblicazione, il 24 giugno, dell’articolo “Il mercaro dei sinisri. Risarcimento diretto? No grazie” di Bruno Rossi” si sta sviluppando un’interessante discussione su benefici ed effetti indiretti e perversi del risarcimento diretto.
E così mentre qualcuno evoca i principi più sacri del liberismo, ovvero proprietà privata e diritto all’autodeterminazione, asserendo il proprio diritto a far riparare il veicolo di propria proprietà come e dove desidera dall’altro c’è chi rivendica il diritto alla “riparazione” ma propone la mancanza di passaggi diretti di denaro come deterrente a truffe per le compagnie e “fregature” per il cliente che si vede liquidare con quattro noccioline e, magari, apprezza pure la cosa vedendola come un contributo al difficile bilancio familiare di questi tempi.
Insomma “libertà nella gestione delle proprie proprietà” e “tutela dalle frodi e dai furbetti” si scontrano idealmente forte la prima della norma attuale – sebbene discussa – sospinta la seconda da un diffuso sentimento che porta a richiedere maggiore etica ed onestà attraverso la rimozione di meccanismi che possono indurre a comportamenti scorretti e truffaldini.
Lanciamo così un sondaggio per sapere cosa ne pensano i nostri lettori. Una sola domanda con 10 risposte possibili – è consentita la scelta multipla di un massimo di 3 opzioni – per determinare l’opinione del significartivo panel di assicuratori e intermediari che frequentano ogni giorno queste pagine.
Grazie della partecipazione, condivideremo i risultati non appena raggiunto un numero sufficientemente ampio di risposte.
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