Come prevedibile, vista l’inchiesta dell’Antitrust, che alimenta incertezze sull’operazione.
Da Il Sole 24 Ore del 15 Gennaio 2013.
I big delle assicurazioni non prendono parte all’asta sugli asset assicurativi di FonSai (il marchio Milano e un ramo d’azienda per 1,8 miliardi di euro di raccolta premi) che il gruppo Unipol deve cedere in base alle richieste dell’Antitrust.
Secondo indiscrezioni, alla data di scadenza delle proposte non vincolanti, nella tarda serata di ieri, non avrebbero infatti presentato un’offerta né i tedeschi di Allianz né il gruppo Zurich, e anche la presenza del colosso francese delle polizze Axa sarebbe dubbia.
E, tra i fondi di private equity, non sarebbe della partita nemmeno il gruppo finanziario in un primo momento indicato come tra i più interessati, cioè Permira. Avrebbero invece tagliato il nastro di questo primo traguardo, benchè preliminare e non impegnativo economicamente il gruppo Usa Liberty Mutual e la Berkshire Hathaway di Warren Buffet.
Solo nelle prossime ore si saprà il conteggio finale delle offerte per gli asset che il gruppo guidato da Carlo Cimbri si è impegnato a cedere con un processo guidato dal consulente finanziario Kpmg. Ma sull’asta rischiano di avere un’influenza alcuni aspetti tecnici e regolamentari. I riflettori sono puntati sul prossimo 3 luglio, quando davanti alla prima sezione del Tar del Lazio sarà discusso il ricorso amministrativo proposto da Unipol contro il provvedimento con cui lo scorso anno l’Antitrust aveva permesso il matrimonio con FonSai, imponendo però alla compagnia bolognese di cedere premi per 1,8 miliardi di euro, in particolare nell’Rc Auto.
Unipol ha però fatto ricorso al Tar. Oggetto del contendere sono state le metodologie di calcolo da parte dell’authority della concorrenza. Il gruppo guidato da Cimbri ha chiesto di utilizzare i dati (disponibili ora aggiornati per l’anno) dell’Ania, l’associazione di categoria delle assicurazioni ma non i dati dell’Ivass: questi ultimi infatti non considerano le attività dei concorrenti esteri in Italia, con la conseguenza che si riduce la torta complessiva su cui calcolare gli asset da dismettere di Unipol. In caso di vittoria al Tar, Unipol potrebbe riuscire a ridurre le cessioni nel ramo danni e nell’Rc Auto: area dove l’Antitrust ha conferito al polo nato dalla fusione una quota di circa il 37%. In questo modo potrebbe ancora cambiare il futuro perimetro di vendita.
Inoltre a incidere sull’esito dell’asta sarebbe intervenuta negli ultimi giorni anche l’istruttoria aperta dall’Antistrust. L’autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se otto gruppi assicurativi abbiano posto in essere altrettante intese verticali finalizzate a ostacolare l’esercizio del plurimandato da parte degli agenti assicurativi, e idonee nel loro insieme a restringere la concorrenza.
Il provvedimento è stato notificato a Unipol, Fonsai, Generali, Allianz, Società Reale Mutua di Assicurazioni, Cattolica, Axa e Groupama, società che rappresentano l’80% della raccolta premi nel ramo danni e nella Rc auto. Ovvio che un’istruttoria del genere potrebbe rendere meno certi i premi oggetto del perimetro di attività messo in vendita da Fonsai.
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