Carige ed Unipol, per ragioni diverse, mettono sul mercato asset assicurativi per un controvalore complessivo di 2,8 miliardi di euro circa.
La crisi prima o poi finirà anche in Italia, e mercati come quello assicurativo torneranno a far registrare livelli di redditività che di certo saranno appetibili anche per gli operatori esteri. Non a caso le compagnie di assicurazioni straniere già da qualche mese a questa parte guardano con interesse all’Italia, e puntano ad espandersi attraverso la crescita per acquisizioni.
Questo anche perché ci sono alcune società italiane del settore che stanno mettendo a punto, o hanno già programmato, la dismissione di specifici asset. Tante compagnie straniere, ed anche qualche italiana, rimangono in attesa di sviluppi, pronte eventualmente a formulare un’offerta. In merito si fanno i nomi, tra gli altri, di Allianz (operante in Italia anche con il marchio Genialloyd), Axa, Aviva e Zurich, interessate al nuovo quadro anche in considerazione che in Italia il rischio Paese si è abbassato.
Le compagnie che stanno pianificando le dismissioni più significative sono in particolare il Gruppo Carige ed Unipol, anche se ciascuna per motivi diversi.
Unipol, dopo aver acquisito la società Fondiaria-Sai, è infatti costretta a cedere asset per decisioni imposte dall’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust), mentre il Gruppo Carige sta portando avanti il piano di dismissioni di asset assicurativi per rafforzarsi a livello finanziario e per evitare che, con un aumento di capitale, gli azionisti debbano mettere mani al portafoglio.
Complessivamente gli asset di Unipol e quelli di Carige oggetto di cessione hanno un controvalore complessivo di circa 2,8 miliardi di euro. È una cifra molto alta, specie di questi tempi, che però due/tre grandi player esteri del comparto assicurativo possono comunque permettersi di sborsare per rafforzarsi in Italia.
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