I FATTI
In Italia l’RC Auto costa decisamente di più che nel resto di Europa, questo è un fatto noto. Un quarantenne italiano spenderebbe in media quasi 500 Euro, per assicurare la propria automobile, il doppio di un francese o uno spagnolo. E un neo-patentato di 18 anni residente a Milano supererebbe addirittura i 3.000 euro.
Ma perché da noi le polizze auto sono così care?
Il fenomeno secondo le compagnie assicurative sarebbe da imputarsi ai troppi incidenti e alle numerose truffe assicurative. Ma le associazioni dei consumatori contestano queste argomentazioni che sarebbero pretestuose ed invitano ad un’azione anti-frode più incisiva.
«Non si spiega come ad esempio in Germania l’RC Auto costi il 36% in meno», afferma Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum, «in Francia il 31% in meno, in Spagna addirittura il 50% in meno».Secondo i dati raccolti dall’associazione dei consumatori, la media europea del costo di una polizza RC Auto annuale è di 230 euro: in Francia il costo è di 248, in Spagna di 207, mentre da noi si attesta sui 480 euro.
LE CAUSE
Vittorio Verdone, Direttore Auto di Ania, «Da noi le polizze sono care perché i costi sono molto alti: basti pensare che le compagnie francesi qui applicano le stesse tariffe degli altri competitor nazionali, anche se in Francia le loro polizze sono molto più economiche. Perché succede? In Italia gli incidenti sono più del doppio rispetto a quelli che avvengono in Francia, nonostante le strade, il numero di veicoli assicurati e altri parametri di riferimento siano molto simili».
Secondo Ania l’incidenza dei sinistri con danni a persone sarebbe del 23%, contro il 18% spagnolo e il 10% francese.
In Italia, dove i veicoli assicurati sono 43,5 milioni si verificano ogni anno oltre 3,5 milioni di incidenti con più di 1 milione di feriti. In Francia, con 39,4 milioni di veicoli gli incidenti sono solo 1,7 milioni con 200.000 feriti. Risultato il costo totale dei sinistri risarciti in Italia ammonta a 14,5 miliardi di euro contro i 6,5 miliardi della Francia.
I casi sono due, o gli italiani guidano come degli sconsiderati oppure c’è qualcos’altro che non funziona.
Rimborsi assicurativi così onerosi dipenderebbero, secondo Ania e Adiconsum, dal malcostume tutto italiano che porta al moltiplicarsi delle truffe: come ad esempio il tanto abusato “colpo di frusta” nei micro-incidenti.
A dire di Isvap nel 2011 i sinistri RC Auto truffaldini sarebbero stati il 2,04% del totale per un totale di 54.502 eventi per un controvalore pari a 281,9 milioni di euro.
Il controvalore dei sinistri truffa è stato pari al 2,42% sul totale dei risarcimenti, ed all’1,59% rispetto al totale dei premi RC auto.
In altri termini il principale problema del mercato RC Auto sarebbe rappresentato dall’elevata percentuale di sinistri con lesioni fisiche, riscontrato nel 22,7% degli incidenti stradali, il cui costo ha pesato, nel 2011, per il 66% del totale.
Ci sarebbe poi un aspetto legato all’ammontare dei rimborsi liquidati. Infatti, sebbene il numero dei sinistri denunciati mostri, anno dopo anno, un trend discendente – .secondo Isvap nel 2011 i sinistri sono stati 3,32 milioni con un calo più che significativo del 10,7% rispetto all’anno precedente – l’incidenza dei costi per le compagnie, nel ramo RC auto e natanti, non è calato in modo proporzionale. Nel 2011 infatti il rimborso medio è stato di 2.500 euro con un rialzo del 3% rispetto al dato del 2010. Anche per questo motivo le tariffe non calano proporzionalmente al numero dei sinistri.
QUALI LE SOLUZIONI PROPOSTE?
Il ruolo dell’Ivass e altre iniziative antifrode
La nuova normativa contenuta nel Decreto Liberalizzazioni ritaglia per l’Ivass un ruolo di interlocutore e collaboratore delle Imprese e delle forze inquirenti, ai fini dell’esercizio dell’azione penale, che si avvarrà, oltre che della propria banca dati sinistri RC Auto e di un archivio informatico integrato con le banche dati pubbliche e private contenenti informazioni pertinenti alla missione affidata.
L’Ania però avrebbe voluto di più, come dichiarato dal Presidente Aldo Minucci: “Considerata la dimensione dei fenomeni fraudolenti e il loro impatto sul costo dei sinistri nel settore RC Auto, queste misure rappresentano sì un importante passo in avanti, ma bisogna fare di più. In altri Paesi, la lotta alle truffe è efficace grazie a sistemi antifrode che impiegano, oltre alla tecnologia informatica, strumenti investigativi gestiti in partnership con le Forze dell’ordine”. Da qui la proposta non solo di assegnare all’Ivass delle competenze in materia ma anche di costituire una vera e propria struttura antifrode (in analogia all’Unita’ di informazione finanziaria UIF, ossia la struttura nazionale incaricata di prevenire e contrastare il riciclaggio istituita presso la Banca d’Italia e dotata di autonomi poteri di esercizio dell’azione penale). Sarebbe stato opportuno, secondo il Presidente Aldo Minucci, seguire questo modello, per dare un vigoroso impulso alla lotta alle truffe e costituire un potente deterrente all’attività criminosa.
Valutazione economica dei danni alla persona
Sempre secondo Aldo Minucci, Presidente di ANIA: “Per arrivare a un duraturo e sostenibile trend discendente dei prezzi RC auto c’è un’unica strada: intervenire sui fattori strutturali che mantengono elevato il costo dei sinistri. Va in questa direzione l’intervento, nel Decreto liberalizzazioni, sui danni alla persona di lievissima entità, di cui si cominciano a registrare i primi segnali positivi. Ma per incidere in modo duraturo sul costo dei sinistri bisogna, anzitutto, procedere all’emanazione della tabella relativa alla valutazione economica dei danni gravi alla persona prevista dal Codice delle assicurazioni (dal 2005), stabilendo valori in linea con quelli europei”.
Si oppongono al dimezzamento dei rimborsi delle lesioni fisiche gravi l’Associazione Vittime della Strada e i Cupsit (patrocinatori stragiudiziali): “Abbassare i risarcimenti: ecco l’ennesimo sopruso a danno delle vittime della strada. A volerlo è il Governo, che dimostra di non tenere in alcun conto la volontà di adottare in via generale le tabelle di Milano, su cui si era registrata una significativa convergenza tra la Cassazione, vertice del potere giudiziario, il Parlamento, titolare del potere legislativo, e la nostra associazione, rappresentativa delle vittime”.
Revisione dei tempi di rimborso
Secondo Vittorio Verdone, Direttore Auto di Ania, per identificare e quindi combattere le frodi “Servono più accesso alle informazioni e più tempo per accertare il danno, visto che noi abbiamo dei tempi di rimborso del danno strettissimi, che variano tra i 30 e i 90 giorni, mentre una direttiva europea ha fissato il termine congruo in 3 mesi».
Riparazione diretta dei veicoli
Sempre secondo ANIA occorre, infine, incentivare la riparazione diretta dei veicoli in luogo del risarcimento in denaro, come strumento efficace sia per la riduzione dei costi dei danni materiali sia per il controllo anti-speculativo dei sinistri.
Si registra su questo fronte l’opposizione di Federcarrozzieri “Con il vecchio Decreto liberalizzazioni del Governo Monti, articolo 29, s’era tentato d’introdurre il risarcimento in forma specifica obbligatorio per legge” ecco il testo in alternativa ai risarcimento per equivalente, è facoltà delle Compagnie assicurative offrire, nel caso di danni a cose, il risarcimento in forma specifica. In questo caso, se il risarcimento è accompagnato da idonea garanzia sulle riparazioni, di validità non inferiore a due anni per tutte le parti non soggette a usura ordinaria, il risarcimento per equivalente è ridotto del 30%. “Un evidente risparmio per le Assicurazioni che con questa manovra avrebbero liquidato un 30% in meno, imponendo i prezzi alle imprese artigiane del settore della autoriparazione. ed eliminando di fatto le carrozzerie indipendenti”. Poi, la regola non venne approvata in Parlamento.
CONSIDERAZIONI FINALI
In sintesi se l’RC Auto costa troppo è a causa di motivazioni concrete, indipendentemente dall’ovvio gioco delle parti e da quello delle lobby.
Troppo incidenti, pari al 8,04% del parco veicoli assicurati contro il 4,31% della Francia.
Troppi danni alle persone che sembrano verificarsi nel 23% dei casi (66% del valore dei risarcimenti) mentre sono il 18% in Spagna e solo in 10% in Francia.
Troppi sinistri truffaldini, sono stati identificati come tali nel 2011 il 2,04% (2,42% a valore) ma è evidente – osservando i dati appena forniti – che il dato reale sarebbe di molto più elevato. Questo lo scenario con cui ci confrontiamo.
Resta da sperare che le misure introdotte dal decreto Liberalizzazioni e quelle proposte dalle associazioni degli assicuratori possano contribuire a ridurre il problema facendo finalmente calare i premi.
A nostro parere però le vere chiavi di volta potranno essere soprattutto altre:
• innanzitutto la scatola nera che, se resa obbligatoria, potrà contrastare enormemente le frodi avvicinandoci via via a un monte sinistri più in linea con le medie europee;
• in secondo luogo una sempre maggiore collaborazione tra compagnie e loro partner nel settore delle riparazioni, siano essi reti di carrozzerie, specialisti dei cristalli, della grandine o altri. Ciò potrà comportare evidenti risparmi di costi ma, se si sarà in grado di trovare i giusti strumenti, anche di stabilire ed applicare procedure volte ad identificare e segnalare i sinistri a dubbio truffa.
Ce la faremo in un Paese che non ama la legalità? Questa considerazione ci lascia l’amaro in bocca ma non per questo dobbiamo rinunciare a provarci.
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